In un gesto simbolico di rinascita e impegno verso la tutela del patrimonio arboreo locale, abbiamo messo a dimora un nuovo esemplare di gelso bianco lungo il viale dei gelsi di Urago Mella.

Il gelso bianco (Morus alba), è una pianta che ha accompagnato la storia dell’agricoltura, dell’artigianato e del paesaggio rurale italiano per secoli e sebbene oggi venga spesso trascurato o relegato a ruolo ornamentale, rappresenta un’importante eredità storica, culturale ed ecologica, la cui conservazione e valorizzazione è più che mai necessaria.
Un patrimonio da tutelare
Oggi, gli esemplari storici di gelso bianco stanno lentamente scomparendo. Molti sono stati abbattuti per far spazio a colture intensive o urbanizzazioni, mentre altri sono semplicemente invecchiati senza cure adeguate.
Tuttavia, questi alberi non sono solo testimoni viventi della nostra storia agricola: rappresentano un patrimonio storico, paesaggistico e culturale inestimabile.
Conservare i gelsi secolari significa proteggere la memoria dei saperi contadini e dei cicli stagionali che un tempo scandivano la vita rurale.
Perché piantarne di nuovi?
Piantare nuovi gelsi non è solo un gesto simbolico: è un’azione concreta verso un’agricoltura più sostenibile e diversificata.
Il gelso è una pianta rustica, resistente alla siccità e capace di adattarsi a vari tipi di suolo. Può essere utilizzato nella silvicoltura, nella riforestazione urbana, nei sistemi agroforestali o semplicemente come pianta ornamentale e da frutto.
Oggi più che mai, abbiamo bisogno di riscoprire piante come il gelso bianco, che ci parlano di un tempo in cui l’uomo viveva in armonia con la natura, valorizzando ogni risorsa con intelligenza e rispetto.
Proteggere gli esemplari storici e piantarne di nuovi è un modo per ricucire quel legame con la terra, trasmettendo alle future generazioni non solo un albero, ma un intero mondo di significati.
Il gelso non è solo un albero: è memoria, biodiversità, resilienza e come tale, merita di essere coltivato, custodito e amato.